L’alaterno è un ospite di Xylella fastidiosa subsp. Pauca fino ad ora risultato asintomatico.
Diffuso nella macchia sempreverde termofila, nelle garighe e nelle leccete, sui pendii collinari calcarei, nelle fenditure della roccia, in aree disturbate ed ai margini del bosco, nel greto dei ruscelli costieri, nel sottobosco rado delle regioni a clima mediterraneo del livello del mare fino ai 700 m di altitudine. (Cit. Forum Acta Plantarum).
Forma cespugli alti 4-5 metri. Fiori dioici (raramente sono presenti fiori dei due sessi sulle stesse piante).
Questa specie ha una spiccata attitudine colonizzatrice, potendosi diffondere rapidamente anche su terreni difficili (scoscesi, rocciosi, compatti). E’ una pianta mellifera. Ha una notevole capacità di ricaccio dalla ceppaia, fatto che le permette di sopravvivere agli incendi.
L’alaterno è una specie officinale tossica. Nell’industria farmaceutica quasi tutte le parti della pianta sono impiegate nella preparazione di lassativi. Le foglie di alaterno sono caratterizzate dalla presenza di flavonoidi con elevata attività antiossidante. La corteccia ed i frutti contengono, flavoni, principi amari e tannini. Da foglie e rami freschi viene estratto un pigmento giallo-aranciato, mentre dai frutti si ottiene un verde detto “vegetale”. Il legno, molto duro e di colore bruno-giallastro, è ottimo per piccoli lavori di tornio e di ebanisteria.
L’alaterno per la chioma compatta e la crescita lenta, ben si presta ad essere utilizzata come pianta da siepe. La durata in vaso della fronda recisa è di almeno 10 giorni.